Palazzo Maiorino

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La società montecorvinese, nel Settecento fu interessata da notevoli cambiamenti socio-economici che determinarono l’ascesa di un nuovo ceto borghese. Costituito da imprenditori agricoli, commercianti, notai, giuristi e medici, riuscì a cogliere la novità economica dell’abbandono parziale dello scarso profitto degli immobili agrari per i più redditizi profitti da capitale tanto da sconvolgere gli assetti preesistenti. Assistiamo così al superamento economico e politico da parte di alcune famiglie sul vecchio ceto dominante, costituito dalla antica nobiltà terriera. Uno di questi era il Magn. Donato Maiorino.
 
“2 agosto 1763 montecorvino e proprio avanti venerabile Convento Santa Maria Pacis
Costituiti personalmente in presenza Nostra li Signori D. Ludovico Sparano, D. Carmine Antonio Meo, D. Antonio Giudicemattei, D. Bartolomeo Del Vaglio, Geronimo Mingo, tutti di questo Stato di Montecorvino, i quali testificano, dichiarano e fanno fede, qualmente essi sanno benissimo, che il Sign. Donato Maiorino del casale di Rovella, di detto Stato, è persona civilissima, ed è privilegiata di Regio Giudice a Contratto, ed è pubblico mercadante fondachiero conforme era il fu Carmine Maiorino Seniore, fu suo padre, e tenea altri due fratelli, uno chiamato Antonio Maiorino anche privilegiato di Giudice a Contratto, e l’altro il Reverendo Sacerdote D. Matteo Maiorino, che fu Canonico della Insigne Collegiata di S. Pietro, e tenea una sorella chiamata Giovanna, la quale si maritò con il Signor Notar Silvestro Corrado, ed il sudetto Donato Maiorino si casò con la Signora Domenica Ippolito, sorella germana del dott. Fis. D. Pascale Ippolito, nel quale matrimonio si sono procreati due figli maschi, Sign. D. Carmine Privilegiato in medicina nel Collegio di Salerno, il quale è casato con la Sign. D. Rosa Denza, figlia del Sign. D: Cesare Denza, una delle famiglie nobili della Terra di Olevano, e l’altro D. Vincenzo che è stato indrezzato allo stato ecclesiastico, e che da cinque anni studia nella città di Salerno; e quattro figliole, una chiamata Sign. Rosa maritata co il Sign. Pascale Ricciardi, del casale della Penta, Stato di S. Severino, colla dote di duc. 600 in contanti, l’altra chiamata la Sign. Teresa, che sta in casa da nubile per volersi conservare ad cerital stato per sua spontanea volontà, l’altra chiamata Giovanna maritata col Sign. D. Diego Tasso, e l’altra chiamata Sign. Lucia maritata col fu Giovanni Ferraro. E tutti li sudetti della famiglia del Sign. Donato Maiorino vivono civilmente, e da galantuomini co servitù di creati e garzoni per essere benestante, e cossì attestano, testificano, dichiarano e fanno fede come di sopra.
 
Presenti: Magn. Notar Pietro Pozzuto, Regio Giudice a Contratto, e testi: Giovanni Stellaccio, Domenico Cerullo et Sabbato de Recco”.
A.S.S., notaio F. Punzi , B. 3374.