Chiesa di S. Maria Assunta di Occiano

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La chiesa dell’Assunta è a tre navate, grande abbastanza per soddisfare i bisogni della popolazione. Nei primi decenni del Settecento nelle navate laterali sono eretti quattro altari di juspadronato con diritto di sepoltura: sul lato sinistro, l’altare detto della Epifania a devozione di don Paolo de Giorgio e quello di San Gennaro e San Nicola del Rev. D. Nicola de Giorgio, sul lato destro, l’altare dedicato all’Immacolata Concezione per conto di don Francesco D’Aiutolo e l’altare della SS. Trinità di don Donato Alfonso de Giorgio. Sull’altare maggiore è eretta la Confraternita del SS. Rosario.
 
Alla fine del 1700 la chiesa, malridotta anche nella stessa struttura è interdetta da monsignor Pignatelli. Le funzioni vengono spostate nella chiesa di Santa Maria delle Grazie e poi in quella di Santa Maria dell’Avvocata, sita alla Canala. Per ovviare a questa incresciosa situazione il parroco e i fedeli si attivano per ripristinare l’edificio. Il parroco dichiara che “colla mia fatiga e dispendio dei figliani e della Confraternita si fece de novo il Cappellone del SS. Sacramento con relativo stucco ed altro. Con decreto di Monsignore fu ordinato il ripristino delle celebrazioni sacre e la presenza de novo del SS. Sacramento.
Nel 1790 si fece la statua della Beata Vergine con vestito e corona d’argento, fatta con elemosina di questi figliani e del Marchese Genovese incombenzato per perfezionare la Statua.
 
Nell’anno 1804 si fece la regiolata per elemosina fatta dai fedeli e dalla cerca nella Piana di Montecorvino. Nel 1808 si è fatta la lamia finta uniforme a quella del Cappellone dai Mastri Antonio e Michele Conforto per ducati cento, modernati gli altari dai padroni e comprata la campana. In detta chiesa è incorporato l’antico atrio e rifatta de novo la porta con la mascatura, comprata la sfera, l’ombrella e baldacchino con cappottella”.
Durante l’800, la chiesa riceve le continue cure dei parroci e dei fedeli, con piccoli restauri e la compera di paramenti sacri e di un organo “ad orchestra e intavolato”.
Nel 1914 il soffitto viene abbellito con l’immagine della Vergine, dipinta dal pittore montecorvinese Domenico Rossomando.
 
Estratto da S. Paraggio, Fonti per i recupero della memoria storica, Eboli gennaio 2000.