PROGETTO ATELIER: L’ISTITUTO TRIFONE OTTIENE UN IMPORTANTE FINANZIAMENTO
Con un risultato di 92,56 punti, l’istituto comprensivo “Romualdo Trifone” di Montecorvino Rovella si posiziona al secondo posto, dietro la città di Benevento, nel progetto indetto a livello nazionale dal ministero della pubblica istruzione e denominato “Atelier creativi e laboratori per le competenze chiave”. La graduatoria è composta da ben 432 scuole di primarie e secondarie di primo grado della regione Campania, di cui soltanto le prime 226 sono riuscite a beneficiare dell’ambito finanziamento. Il progetto “Atelier creativi”, grazie al finanziamento di 15mila euro, consentirà all’istituto guidato dalla dirigente scolastica Lea Celano, di acquistare stampanti e scanner 3D, kit per la robotica, per il making e il tinkering (metodi per comprendere scienza e tecnologia) e soprattutto consentirà agli alunni di combinare manuale e digitale, didattica formale e informale. «Con questo progetto – sottolinea la dirigente Celano – il fare diventa il perno dell’attività didattica, inoltre avremo dei laboratori ripensati come luoghi di innovazione e creatività». L’istituto scolastico di viale della Repubblica eseguirà le attività in collaborazione con due associazioni del territori: L’associazione culturale “La Finestra su Montecorvino” e “Image Service”. Altri progetti presentati da istituti del comprensorio dei Picentini che hanno passato il vaglio della commissione esaminatrice, sono: “Picentia” di Pontecagnano Faiano, classificatosi al terzo posto, Giffoni Valle Piana, collocatosi in ottava posizione, Olevano Sul Tusciano, decimo, e Montecorvino Pugliano, piazzatosi al quattordicesimo posto. La realizzazione degli atelier creativi e laboratori per le competenze chiave persegue i seguenti obiettivi: dotare le istituzioni scolastiche di spazi innovativi e modulari dove sviluppare le competenze proprie della manualità, dell’artigianato, della creatività e delle tecnologie; creare laboratori didattici aventi a oggetto le strumentazioni in grado di sviluppare e rafforzare le competenze trasversali in materia di robotica e di elettronica educativa, logica e pensiero computazionale, artefatti manuali e digitali. Non sono tardati ad arrivare i complimenti da parte dell’assessore all’istruzione di Montecorvino Rovella, Maria Sguazzo, per «l’ottimo risultato raggiunto». rdg per il quotidiano “la Città di Salerno”
FRANA SP 28/B, AL VIA LE ANALISI DEL TERRENO
A due anni dalla frana che ha travolto un tratto della provinciale 28 bis, la Provincia di Salerno incarica una ditta per eseguire i sondaggi geognostici nei terreni circostanti. I rilievi tecnici sono iniziati già da qualche giorno e proseguiranno ancora fino a tutta questa settimana. I controlli, secondo gli esperti, serviranno a esaminare lo stato di salute dell’area e permetteranno di analizzare il suolo in profondità per valutare le caratteristiche geologiche e soprattutto se il moto franoso sia ancora in movimento oppure si è arrestato.
Un piccolo passo avanti che sarà propedeutico alla realizzazione, da parte della Provincia di Salerno titolare dell’arteria, di un progetto definitivo di sistemazione dell’arteria che collega le due Montecorvino. Anche se il Comune di Montecorvino Rovella, attraverso i suoi tecnici, ha già prodotto qualche mese fa un progetto preliminare volto a recuperare la strada provinciale. Successivamente alla progettazione finale però, bisogna reperire le adeguate risorse economiche per finanziare l’opera. Fondi in tal senso dovrebbero giungere dalla Regione Campania. Stando a una stima approssimativa, per rendere nuovamente operativa l’arteria servirebbero finanziamenti per quasi due milioni di euro.
Nel tempo comunque, sono continuate le perizie da parte dei tecnici della Provincia, del Comune di Montecorvino e dell’Autorità di Bacino, e a seguito di ciò, è emerso che il cedimento si estenderebbe per oltre 15 mila metri quadrati sia a monte che a valle del chilometro 8,500, coinvolgendo anche molti terreni circostanti. Inoltre, sempre stando alle perizie effettuate, il fenomeno franoso sarebbe partito a monte, dove si sono creati dei grandi crateri.
A seguito della frana, si sono completamente interrotti i collegamenti tra i due centri picentini, creando molti disagi ai cittadini che vivono a ridosso del movimento franoso, in modo particolare i residenti nella piccola frazione Torello di Montecorvino Pugliano. Problemi anche per gli studenti che da Pugliano si recano a scuola al liceo scientifico di Rovella. A causa di questa interruzione, i pullman della Sita, devono muoversi su una strada alternativa: San Vito, Macchia, San Martino per poi giungere a Rovella. «Con i tecnici del comune – afferma il sindaco, Egidio Rossomando – stiamo seguendo da vicino tutti i passaggi che serviranno alla ricostruzione di una importante strada di collegamento. Mi auguro che la Regione, una volta completato il progetto finanzi l’opera con le giuste risorse. La mia amministrazione comunque, non abbasserà la guardia». rdg per “la Città”.
IL CASALE E LA CHIESA DI S. MICHELE ( ORA SAN FILIPPO )
Dopo la distruzione di Picenza, avvenuta nell’89 a. C. ad opera dei Romani, fu fatto obbligo ai superstiti Picentini di non poter ricostruire una città unita , costringendoli ad abitare per ” vicatim” e per ” pagos “, piccoli nuclei abitati, facilmente dominabili in caso di nuova e probabile ribellione.
Si insediarono sulle vette dei monti, sulle alture o in luoghi in cui era molto difficile essere sorpresi e, siccome ,come già precisato, non era più possibile costruire una sola città, cinta di muraglia, essi costruirono diversi nuclei abitati che, nel complesso, chiamarono Montecorvino.
Molti di questi villaggi ( casali) venivano affidati alla sorveglianza di guerrieri romani in pensione che, quasi nella totalità dei casi, non venivano da queste parti ed affidavano il controllo del territorio a famiglie del luogo che avevano già una certa influenza ed una certa potenza.
Non crediamo di essere molto lontani dal vero se affermiamo che il Casale San Michele abbia avuto, seppure timidamente, origine in questo periodo.
Dapprima qualche casa, a ridosso del fiume Cornea, elemento essenziale di sopravvivenza, poi costruzioni sempre più imponenti in alto a dominio della zona, uno stemma gentilizio che sarebbe stato ratificato al momento opportuno, una propria servitù cui venivano affidate le coltivazioni ed i lavori più umili, una bella ed imponente Chiesa affidata alle cure di qualche prelato familiare ed infine il nome di un Santo cui dedicare la Chiesa, con la possibile presenza di reliquia che avrebbe fatto da richiamo ai fedeli per la ricerca di grazie e di intercessioni .
Il nome al casale , S. Michele Arcangelo, fu attribuito in epoca bizantina ( 526/646) o al massimo in epoca longobarda ( 646/1077) portandoci alla ovvia conclusione che questo fu il periodo di maggiore floridezza del luogo.
Con la nascita del Casale San Martino, assunse maggior rilievo la strada di passaggio che, proveniente dalla pianura, costeggiava il fiume Cornea e, attraversando i due casali, raggiungeva altri casali di Montecorvino, uno, detto de ” Li Ferrari “e l’altro, detto de ” La Corgnia”.
Anche questo era un elemento di ulteriore prestigio del luogo. Il pellegrino, il viandante, il contadino, il pastore, erano obbligati ad attraversare quel territorio per raggiungere le loro destinazioni, con notevole beneficio in termini di notorietà e di economia. Nel VI secolo, ad opera dei monaci basiliani, sorsero lungo la sponda destra del fiume Cornea diversi piccoli centri abitati dando vita al villaggio che, in seguito, portò nel suo nome l’impronta della sua origine. Il percorso è tutta una successione di Santi : S. Lazzaro , S. Eustachio e San Felice ,S. Michele , S. Martino, Spirito Santo e Annunziata. Piccole nicchie o tempietti ne testimoniavano il culto.
Questo Casale S. Michele di San Martino, assunse il nome di San Filippo, in omaggio alle reliquie di San Filippo Neri che pervennero in questo luogo nel 1600.
Nunzio Di Rienzo