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IL CONVENTO DEI SERVITI ORA CIVICO CIMITERO

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IL CONVENTO DEI SERVITI ORA CIVICO CIMITERO
14925574_1675395092772765_4627346076866174991_nNella località Annunziata di Montecorvino Rovella, ove ora sorge il cimitero comunale, fu fondato nel 1509 un Convento dei Padri Serviti della SS. Annunziata, in onore di una stupenda immagine della Madonna della SS. Annunziata che vi si venerava ed alla quale venivano attribuite molte grazie. Il 14 giugno 1656, le nostre zone, come tutte le altre del Regno di Napoli, furono flagellate dalla peste. Montecorvino, che allora comprendeva anche Pugliano, ebbe circa 3200 morti che furono accumulati indiscriminatamente nelle fosse sotterranee delle Chiese, siano esse patronali che parrocchiali, e si crearono enormi cumuli di cadaveri che ancora oggi vengono alla luce in occasione di restauri o di scavi. Molte sepolture furono effettuate nel Convento dei Serviti, cui facevano ricorso sia famiglie gentilizie (con donazioni) sia i vari Parroci della zona a causa, come sopra specificato, della mancanza di posto e di ulteriori spazi. Le sepolture vennero effettuate anche nel giardino di detto Convento. Dopo alterne e tormentate vicende, già agli inizi del 1700, questo Convento era scarsamente abitato e frequentato, tanto che nel 1770 per ordine Reale il Convento fu soppresso e totalmente abbandonato. I locali erano esposti alle intemperie, le tettoie crollarono, come pure i muri di recinzione. Il culto della Madonna rimase ed è esistente ancora oggi. I ruderi rimasero proprietà della Congregazione della carità. L’Editto di St. Cloud del 12 giugno 1804, venne esteso in Italia con la legge dell’11 marzo 1817, e con esso si vietava la sepoltura di cadaveri dentro o vicino i centri abitati perché ciò era di pregiudizio per la salute pubblica. Nelle Chiese non era più consentito seppellire cadaveri, anche se con assenso del Re, potevano ancora avvenire sepolture in esse, con Decreto, esclusivamente nelle Cappelle Gentilizie. Le sepolture continuavano nel luogo dell’Annunziata, abusivamente o per tacito consenso delle autorità ecclesiastiche , e vi era incombente il pericolo di saccheggio o di trafugamento delle tombe sulle quali volutamente non veniva apposta nemmeno una croce per non consentire l’individuazione.Le cose andarono sempre peggiorando per l’indiscriminato uso ed abuso del luogo, e il Comune fu costretto, il 29.11.1865, a nominare una apposita Commissione per la costruzione di un Camposanto in quella località che risultò la più idonea per tale utilizzo. La Commissione era composta dall’architetto Lorenzo Casalbore, e dai signori Domenico Sparano, Pasquale Budetta, Maiorini Vincenzo e Filippo Gubitosi. Dichiarato idoneo il sito, soltanto l’11 ottobre 1880 i lavori ebbero termine e la Congregazione della carità, riscuoteva un canone annuo per la concessione contemporanea di Chiesa, fabbricato e giardino dell’Annunziata, ristrutturati alla meglio per migliorare la funzione cimiteriale. Ma già l’11 febbraio 1881 si provvide alla riparazione della tettoia della Chiesa e, il 10 aprile 1882 si ebbe la nomina del primo cappellano del cimitero nella persona del Sacerdote Marco Crocca da Rionero. Il 29 novembre 1896, su relazione del consigliere comunale sig. Budetta Conte Ferdinando, si recepì l’urgenza di provvedere ad ulteriori lavori di riparazione sollecitati più volte dal Parroco Provenza. Il cimitero che sin dagli inizi del sec. XX aveva assorbito giardino e fabbricato della precedente costruzione, è stato più volte soggetto a ristrutturazioni ed ampliamenti. Con la scomparsa della Congregazione di carità, tuttavia, rimase in vita la sola Chiesa che, per mancanza di manutenzione, negli anni sessanta, si ridusse ad un rudere e fu addirittura chiusa, nonostante il cimitero avesse la sua funzionalità, ma restava privo di una Cappella cimiteriale.Una definitiva ristrutturazione ed una sistemazione idonea al decoro del luogo si ebbe negli anni settanta e la Chiesa riassunse finalmente la funzione di Cappella Cimiteriale. Con l’abbellimento del Cimitero, seguirono anche i rifacimenti dei fabbricati delle varie Congreghe, contribuendo a migliorare il luogo che continuava ad estendersi fino a lambire le sponde del torrente Cornea. Con la separazione del Comune di Bellizzi , nel 1990, è diventato Cimitero Consorziale ed il resto è storia dei nostri giorni.
NUNZIO DI RIENZO

Anche Rovella avrà le sue case dell’acqua

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Presto anche Montecorvino Rovella avrà le sue case dell’acqua. Qualche giorno fa, con l’adozione di una delibera, la giunta guidata dal sindaco Egidio Rossomando, ha indetto un apposito bando per la ricerca sul mercato di un’azienda capace di garantire il servizio di erogatrice dell’acqua, mediante la concessione del suolo.  La convenzione tra il soggetto erogatore dei servizi ed il Comune avverrà secondo le seguenti condizioni: durata di anni 5, eventualmente rinnovabile alla scadenza; superficie di suolo pubblico massimo concedibile di 45,00 metri quadrati complessivo (massimo 15 mq per ogni area individuata) e la richiesta è unica per tutte e tre le aree. Il corrispettivo per ciascun litro di acqua erogato non dovrà superare il costo di 0,10 centesimi di euro per quella gassata e 0,05 centesimi per quella liscia. Tre le zone individuate dall’esecutivo su cui potranno sorgere le cosiddette case dell’acqua: piazza Zona Piano, sottostante l’area giochi del Capoluogo, piazza Parco degli Ulivi alla frazione San Martino e piazza Caduti di Nassiriya, frazione Macchia. « Tale iniziativa – si legge nel documento – prevede l’installazione di distributori automatici di acqua potabile a Km 0, liscia e gassata, opportunamente microfiltrata e refrigerata, erogabile alla cittadinanza a costi bassissimi, e rappresenta una sorta di valore aggiunto all’acqua distribuita tramite la rete del pubblico acquedotto». Tale servizio non comporterà alcun onere a carico delle casse dell’Ente. r.d.g.casadellacqua3 per “la Città”

LA NUOVA PALESTRA DEL GLORIOSO SARA’ INTITOLATA ALLA MEMORIA DI FRANCESCO MILITE E FRANCESCA BILOTTI

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Inaugurato l’impianto sportivo polifunzionale dell’istituto superiore “Glorioso” di Montecorvino Rovella. Al taglio del nastro erano presenti l’assessore regionale all’istruzione, Lucia Fortini, il presidente della commissione bilancio della Regione Campania, Franco Picarone, e i sindaci di Rovella e Giffoni Valle Piana, Egidio Rossomando e Antonio Giuliano. L’iter procedurale è iniziato nel 2010, il nuovo plesso sportivo è costato circa mezzo milione di euro grazie a fondi europei Pon Fesr che oltre alla costruzione della palestra, hanno permesso di installare una serie di pannelli fotovoltaici su tutto l’istituto.

Durante il suo intervento, il presideil preside Carmine Tavarone, ha annunciato che è sua intenzione intitolare la nuova struttura alla memoria di due studenti: Francesco Milite, scomparso undici anni fa a causa di un male incurabile, e Francesca Bilotti, la studentessa universitaria investita da un pullman a Fisciano. «Grazie per aver mostrato tanta sensibilità per una scuola ubicata in provincia ma che non è mai stata, non lo è, e non sarà mai una scuola di provincia – ha affermato il dirigente – abbiamo tanta voglia di crescere attraverso tre proposte di ampliamento formativo; qualche giorno fa, infatti, di concordo con i sindaci del territorio abbiamo chiesto per la sede dell’istituto tecnico di Giffoni, l’attivazione di un corso artigianale industriale per operatori cinetelevisivi, mentre per il plesso di Montecorvino, oltre allo scientifico e alle scienze umane, chiediamo il liceo linguistico con l’insegnamento delle lingue inglese, francese, tedesco e il liceo sportivo». Infine, l’assessore Fortiniha promesso di fare il possibile affinché il “Glorioso” «possa incrementare la propria offerta didattica». tratto da “la Città”taglio-nastro-liceo-glorioso-rovella

TERREMOTO: IL TRISTE RICORDO DEL 23 NOVEMBRE 1980 di Nunzio Di Rienzo

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Quanto sono amabili le tue dimore, Signore”.

« Un paese senza Chiesa è un paese senz’anima».

Questa frase, scritta in un componimento da un ragazzo di terza media, la trovo assolutamente vera. La Chiesa nei nostri paesi è uno degli elementi essenziali, connaturali alla vita della gente: è il luogo dove si vivono in modo intenso e comunitario i momenti più lieti e più tristi della vita; è il luogo dove il popolo ritrova la sua unità profonda, perché ognuno la Chiesa la sente come sua e nessuno vi è considerato come estraneo.

È il luogo inoltre che con le lapidi, i dipinti, le statue, i marmi intarsiati racchiude gli elementi più antichi e più preziosi della storia di un paese.

Tutto questo e in una maniera profonda e diffusa, rappresentava per i Montecorvinesi la Chiesa di S. Pietro.

Anche per me che vi ero parroco da soli due anni era diventata una cosa importante, molto importante; per quelli poi che vi sono stati battezzati, vi sono cresciuti spiritualmente e umanamente, si sono accostati per la prima volta all’altare, che hanno celebrato li il proprio matrimonio e il battesimo dei propri figli, era molto più di una Chiesa, era il luogo caro a cui, più che ad ogni altro, si era effettivamente legati.

Le lacrime che sgorgavano spontanee dagli occhi quando, attoniti e ammutoliti dal dolore, abbiamo constatato che quella costruzione così imponente in pochi attimi era stata completamente distrutta, erano espressione di tutto questo e di tanti altri sentimenti che ognu- no di noi ancora si porta dentro.

La Chiesa di S. Pietro, ricca di arte e di storia, era veramente il cuore del nostro paese, il centro dell’unità di tutti noi.

Adesso che questa Chiesa non c’è più sorge spontaneo in ognuno di noi il desiderio, la voglia di ricostruire, di riprendere, di ricominciare: non può finire nel nulla e nel disinteresse ciò che è stato così caro, così amato.

La domanda che spesso mi sento ripetere da tanti quando ricostruiamo la Chiesa? mentre esprime questo desiderio, è anche la garanzia che la fede e l’amore alla Chiesa di tutti i Montecorvinesi saranno le forze necessarie per superare tutte le difficoltà e poter ricostruire, bella come prima, la Chiesa di S. Pietro.

In questo ci aiuti il Signore, ci sia vicino con il suo materno sguardo la Madonna e ci assistano con la loro potente intercessione S. PIETRO e S. PAOLO.

Sac. Gerardo Senatore

 

Era domenica, una giornata caldissima, di mattina, nella sede della Pro Loco in Via Diaz, di fronte al Bar Roma, si tennero le elezioni del nuovo Consiglio

di Amministrazione. Il sudore abbondava sulla fronte dei partecipanti e qualcuno sventolava il fazzoletto. Armando Cavallo, disse che era il giorno ideale per fare un bagno. L’entusiasmo dei nuovi eletti, si trasferì nel pomeriggio, con una riunione straordinaria che determinò una bella programmazione per le imminenti festività natalizie.
Alle 19 tornai a casa e sdraiato, mi misi a vedere la partita in differita, Inter Juventus vinta dalla Juve per tre a zero. Alle 19,34, improvvisamente, il pavimento si mise a ballare fortemente ed i muri di casa oscillavano facendoci perdere l’equilibrio. Mi fermo qua, per non rivivere quei momenti terribili.
Tutti in strada. Da San Pietro era venuto un grande boato, simile ad un’esplosione e si vide una enorme nuvola di polvere che dopo circa un’ora si diradò . “ E’ caruta a Chiesa di San Pietro !” grida, pianti , tutti fummo assaliti da una disperazione immensa. Presagendo un 14925606_1675911579387783_3411798022039805915_ndisastro immane perché era l’ora in cui si celebrava ancora la S. Messa. Nessuno osava avventurarsi sul ponte per raggiungere il luogo e ci si affidava a notizie frammentarie che andavano da nessun morto a molti morti.
L’alba del giorno dopo, mostrò una chiesa distrutta, crollata interamente, con i due Santi Pietro e Paolo intatti sui loro basamenti sui fianchi dell’Altare , anch’esso distrutto.
Don Gerardo, piangente, raccontava un grande miracolo : Aveva terminato la celebrazione cinque minuti prima perché doveva partecipare ad una festa. In Chiesa c’erano circa 50 persone, qualcuno disse 80.
Montecorvino, era stata risparmiata dalla catastrofe : nessun morto, anche se molti danni strutturali. Allora si ringraziarono i due Santi risorti illesi dalle macerie e la Madonna dell’Eterno che protegge questo Paese col suo sacro manto. Infatti il giorno 8 dicembre, successivo, giorno dell’Immacolata, partì una processione da Piazza Umberto I diretta al Santuario per ringraziamento della Sua Benedetta Protezione.14632841_1675911349387806_6349081825948226313_n
Ai fratelli colpiti, dico coraggio ! Rialziamo la testa per dimostrare la nostra dignità , capaci di affrontare un dolore immenso confortato, fortunatamente, da tanti Angeli !

 

 

 

 

 

CELEBRATO LA PRIMA UNIONE CIVILE TRA DUE UOMINI

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Foto studio fotografico Le Clic di Andreolassi

claudia-e-minoDopo diciassette anni di convivenza Claudio-Claudia Prete e Gelsomino Iuliano sono convolati a nozze. Si è svolta ieri a Montecorvino Rovella la prima unione civile dei Picentini tra una coppia di sesso maschile. Poco dopo mezzogiorno, Claudia e Mino (con questo nome è conosciuto Gelsomino in paese) si sono giurati amore eterno dinanzi al sindaco Egidio Rossomando. All’unione hanno partecipato molti parenti e soprattutto tantissimi curiosi i quali hanno affollato piazza Municipio già dal primo mattino. La cerimonia è stata addirittura trasmessa in diretta web streaming su Radio Salerno 24. Il rito presso l’ufficio del sindaco è durato all’incirca trenta minuti, qui Claudia visibilmente emozionata e rigorosamente avvolta in abito bianco con un lungo velo, ha dovuto faticare non poco per trattenere le lacrime, che hanno invece versato amici e familiari presenti nella stanza, troppo piccola per poter contenere telecamere e fotografi. Molta gente, infatti, è dovuta rimanere fuori dalla sede comunale. Dopo lo scambio delle fedi, sono state particolarmente toccanti le parole del primo cittadino: «La legge numero 76 varata nello scorso mese di maggio ha finalmente regolamentato le unioni civili, rendendo l’Italia un Paese più moderno, più civile. Tale legge non rappresenta solo un istituto giuridico che dà diritti e chiede doveri, ma è una legge che fa cultura, che migliorerà la nostra società; una norma che riconosce a quella parte di cittadini che lo ha chiesto a viva voce, il diritto alla felicità permettendo loro di progettare un futuro insieme». Il primo cittadino poi, ha parlato di rispetto e di diritti: «Ogni celebrazione di una unione civile è a mio avviso la dimostrazione che l’amore vince su tutto, che anche l’Italia ha fatto un passo avanti verso un maggiore rispetto di tutti i cittadini. Più diritti per qualcuno, significa più diritti per tutti. Spero di cuore – ha concluso il sindaco – che questa giornata per Gelsomino e Claudia, possa essere d’aiuto a tutti quelli che ne hanno bisogno affinché sappiano che, se sino a ieri erano realmente con meno diritti, da oggi le cose sono cambiate». tratto da “la Città”

CENA DI BENEFICENZA

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SABATO  5 NOVEMBRE ore 20,00

PRESSO IL COMPLESSO PARROCCHIALE SS.PIETRO E PAOLO in MONTECORVINO ROVELLA

CENA DI BENEFICENZA

raccolta fondi per la ristrutturazione della Chiesa Conventuale di Santa Maria degli Angeli (cappuccini)

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LA CITTADINANZA E’ INVITATA A PARTECIPARE