Prodotti del banco della Carità ammassati tra i rifiuti. Questa è la scoperta fatta da un commerciante di via Lucania, il quale qualche giorno fa ha notato che in bella vista, tra l’immondizia, c’erano diversi sacchetti contenenti prodotti destinati alle famiglie meno abbienti di Montecorvino Rovella. Quei prodotti che invece di finire sulle tavole, vengono gettati, troppo spesso, nella pattumiera tra gli altri scarti. Pelati, pasta, marmellata, ma anche legumi e latte, sono solo alcuni generi alimentari di prima necessità che la parrocchia di S. Pietro, quella della frazione Macchia e un’associazione no profit, con molti sacrifici, riescono a distribuire tra la gente in difficoltà. Tante volte però, questo gesto di umanità cristiana, non viene compreso pertanto, le derrate finiscono per ingrassare i cassonetti della spazzatura incuranti che probabilmente ci sarebbe una famiglia pronta ad usufruirne. Ora i responsabili che distribuiscono questi alimenti in modo del tutto gratuito hanno avviato un’indagine per capire chi ha lasciato per strada alimenti destinati alle famiglie in difficoltà. Non è la prima volta che si registrano simili episodi. Qualche settimana fa sono stati rinvenuti prodotti del banco alimentare nella frazione Martorano e in località Iacovino.
Prodotti del banco della Carità ammassati tra i rifiuti
IL GEMELLAGGIO TRA MONTECORVINO ROVELLA E SEESEN COMPIE 10 ANNI


Seesen è un comune nel distretto di Goslar , in Bassa Sassonia, e conta circa 20 mila abitanti. Si trova sul bordo nord-occidentale della Harzmontagne, ca. 20 km (12 miglia) ad ovest di Goslar. Il Sassone insediamento di Sehusa stata la prima volta in un atto emesso 974 dall’imperatore Ottone II e il cancelliere Willigis , dal 1235 su di esso apparteneva ai Welf duchi di Brunswick-Lüneburg che avevano un castello eretto. Nel 1428 ha ricevuto Seesenprivilegi di città dal duca Ottone II il One-Eyed di Brunswick-Göttingen . Il 17 luglio 1810, Israele Jacobson dedicato a Seesen la prima sinagoga che impiegava un organo e un coro durante la preghiera e ha introdotto alcuni liturgia tedesca. Questo giorno è celebrato da Reform Judaism tutto il mondo come la sua data di fondazione. Nel 1836 Heinrich Engelhard Steinweg (poi chiamatoHenry E. Steinway ) ha costruito il suo primo pianoforte nella sua cucina a Seesen; lo strumento è oggi in mostra al New YorkMetropolitan Museum of Art.
Seesen è gemellata con:
Wantage , Regno Unito (dal 1978)
Thale , Germania (dal 1990)
Carpentras , Francia (dal 1993)
LA FAMIGLIA IORIO ED I SUOI ILLUSTRI FIGLI – Prima parte
La famiglia Iorio è una famiglia di Montecorvino Rovella, residente sul territorio già da diverse generazioni. Tracce della sua esistenza risalgono alla fine del XV secolo, quando, pur non essendo menzionata tra le famiglie insignite di nobiltà dal famoso decreto di Alfonso II d’Aragona del 1494, è elencata tra le famiglie illustri.
Poco sappiamo delle vicende del casato sino alla metà del XIX secolo, ma la presenza di due grandi figure di cui parleremo in questo capitolo, fa supporre un elevato prestigio sociale e culturale.
IORIO GIUSEPPE
Da Casimiro e da Amaturo Vincenza, nato a Montecorvino Rovella il 15 aprile 1860, nella sua casa posta all’inizio di Via Iorio dove è commemorato da una stupenda lapide. Dopo aver frequentato le scuole minori nel suo paese di origine, studiò presso il liceo di Salerno e nella beata pace del suo paese natale, si dedicò allo studio dei classici greci e latini. La sua passione principale, in questo periodo, era la storiografia greca. Si iscrisse alla facoltà di lettere dell’Università di Napoli ove apprese l’ebraico, il sanscrito, lo spagnolo, l’inglese ed il tedesco, oltre a dedicarsi anche a studi di storia, archeologia, numismatica e paleografia.
Entrato nel Seminario di Salerno, fu ordinato sacerdote nel 1883. Esordì nel campo letterario pubblicando a Lipsia un piccolo fascicolo “ Codici ignorati nelle Biblioteche di Napoli “ e seguirono altre due monografie “ Scorsa nell’Archivio Capitolare di Atri – Codici manoscritti ed incunaboli – Sull’iscrizione reliquaria di Alba Fucense “ di Teramo nel 1894.
Tradusse in italiano uno scritto greco “ Costituzione politica di Firenze “Ricordi storici di Italia “ ed un breve saggio su “ Una nuova notizia sulla vita di Dante “.
Queste opere gli procurarono ampie lodi specialmente in Germania ed ebbe la nomina di socio corrispondente delle Accademie di Berlino e di Lipsia.
Grande viaggiatore, conobbe il Mommsen dal quale ebbe l’incitamento di una ulteriore pubblicazione su “ Storia della pronunzia latina nelle varie epoche”.
Fu molto amato dal Papa Leone XIII e da molti altri dotti, specialmente dal Fedele che era allora Ministro della Pubblica Istruzione.
Nel primo quindicennio del XX secolo, insegnò lettere latine e greche nel licei di Salerno e di Avellino. Morì prematuramente, all’età di 56 anni, il 31 ottobre 1916. Il suo paese natale e le personalità del Municipio, vollero unanimemente intitolare una via principale al suo nome e collocarono una lapide sulla facciata esterna della sua casa natia, ancora oggi visibile in buono stato di conservazione:
“Cultore e maestro valoroso, di antiche e moderne letterature, poliglotta paleografo e numismatico insigne, GIUSEPPE IORIO, onorato dai dotti di deferente amicizia, fu noto in Italia e fuori, animo forte, cuore sincero, ribelle alle coercizioni,seppe associare, alla fede di sacerdote,cultura umanistica. La sua terra natale, auspice la civica amministrazione, orgogliosa di tanto figlio, volle segnato, sulla sua casa che lo vide nascere, questo doveroso ricordo .Montecorvino Rovella 30 gennaio 1920.
La sua tomba, in uno stato molto precario, data la mancanza di manutenzione, è ancora oggi visibile presso il civico Cimitero a pochi metri dall’ingresso della Cappella della Società Operaia di Mutua Assistenza, prima del muretto sul lato sinistro.
Altri fratelli meno noti fanno parte della famiglia Iorio:
– Jorio Nicola nato il 12.03.1864
– Jorio Stanislao nato il 1.1.1868 e deceduto il 6.8.1933 – Via Diaz 42
– Jorio M.Francesca “ il 24.9.1874 e deceduta il 29.3.1934- Via G. Iorio n.12
– Jorio Orsola “ il 14.1.1879 e deceduta il 2.8.1959- Via G. Iorio n.10
IORIO FILIPPO
Nacque il 21 aprile 1876 da Casimiro e da Amaturo Vincenza. Fratello di Giuseppe. Studiò medicina chimica e farmacia. Nel 1916 pubblicò un lavoro scientifico tra i manuali Hoepli che lo rese già famoso : “ L’urina ed il sangue nella diagnosi delle malattie “. In seguito fondò il giornale letterario “ L’Aurora “ al quale collaborarono personaggi famosissimi dell’epoca ( Matilde Serao tra i tanti ). Nel 1920 fu autore di un romanzo “ Delitto e Castigo “ un vero trattato di psicologia. Ma l’opera che accrebbe la sua notorietà fu nel 1932 “ Il Beato Giovanni da Montecorvino dell’Ordine dei Frati Minori “, una voluminosa opera di circa 400 pagine, frutto di pazienti ricerche con il quale egli, brillantemente e con dotta dovizia di particolari, rivendicò al suo paese la gloria dei natali del grande missionario, smontando le errate tesi di una Montecorvino in Capitanata ( attuale Puglia) basate sull’errore marchiano di uno studioso francescano P. Luca Wadding.Tenne molte conferenze su vari argomenti e nel 1947, in occasione dei 700 anni dalla nascita di P. Giovanni, promosse un grande festeggiamento assumendo la carica di segretario del Comitato Esecutivo ( vedi foto ).In tale occasione, il 30 novembre 1947, venne inaugurata una lapide sulla facciata dell’allora Palazzo Municipale ,oggi ex Sede della Pretura, per commemorare le gesta del nostro concittadino francescano che, per primo, assunse la nomina di Arcivescovo di Pechino e Legato Apostolico di Oriente,Morì serenamente il 21 marzo 1966 nella sua casa in Via Diaz all’ultimo piano del primo portone sulla destra di detta strada. Filippo Iorio è sepolto nella cappella della Confraternita di San Rocco presso il civico cimitero.
( Nunzio Di Rienzo – Ricerche storiche )
I LAVATOI PUBBLICI
I LAVATOI PUBBLICI
Essi fanno parte della nostra storia, delle grandi fatiche delle nostre nonne che, fino agli anni cinquanta del 1900, si recavano ogni giorno per fare il proprio bucato e talvolta anche quello di persone altolocate. Alcune donne ne avevano fatto proprio una professione personale a cui veniva insegnato il mestiere e che a loro volta lo insegnavano alle ragazze più piccole, meno abbienti.
I lavatoi, di solito, erano composti di tre parti : la fontana, il lavatoio e l’abbeveratoio per gli animali.
Essi, inoltre, erano alimentati da sorgenti, torrenti e rogge.
In Montecorvino Rovella, si trovano tracce documentarie già nella prima metà dell’ottocento con, in quell’epoca, attestazioni di antichità che risalgono senz’altro alla frammentazione del territorio in numerosi casali ( 23).
Ogni casale, poi frazione, aveva il suo lavatoio che, col trascorrere del tempo, si rivelarono sempre più insufficienti alle esigenze della popolazione, sia per problemi di smaltimento delle acque che spesso formavano pantani maleodoranti, sia la mancanza di riparo per le donne che si apprestavano a lavare il bucato. Le lavandaie a domicilio si recavano presso le famiglie che richiedevano i loro servigi specialmente nella stagione fredda, con gravi ripercussioni sulla salute.
Le lavandaie a domicilio si recavano presso le famiglie che richiedevano i loro servigi. Fino agli anni ’50 del secolo scorso esisteva ancora questa figura di donna, che girava di casa in casa, con un lungo grembiule di tela cerata, con le mani enormi, sformate dall’artrite, arrossate dai detersivi aggressivi, china sulla conca di terracotta, che sfregava energicamente sull’asse di legno la pesante biancheria di lino, di canapa e di cotone e contemporaneamente diffondeva, senza acrimonia, pettegolezzi, annunci di nascite e di morti, racconti di tradimenti, di emigrazioni, di ritorni dalla guerra o dalla prigionia. Insomma il gossip dell’epoca!!
© Nunzio Di Rienzo
LEGGENDE MONTECORVINESI NEL RACCONTO DI ANZIANI
E veniamo alla leggenda che colpì in particolare la mia mente di ragazzo semplice e genuino.
ANTEFATTO = Chi si reca oggi a visitare le poche rovine rimaste in piedi del Castello Nebulano, dal lato ovest, provenienti dalla frazione Occiano, si osservano le mura a ridosso di un fossato e, al termine di questo, una piccola porta di accesso che conduce all’interno del Castello. Dopo circa tre o quattro metri, si incontra un “ buco “ della dimensione di circa tre metri di circonferenza, profondo quasi quattro metri , pareti di roccia, dell’estensione di una piccola stanza di tre metri per due. Sicuramente adibito anticamente a raccolta delle acque piovane a causa dell’assenza di sorgenti sul Monte Nebulano ( L’approvvigionamento ai castellani avveniva con barilotti a dorso di mulo provenienti da Occiano ). Questo “ buco “ ,proprio grazie a questa leggenda, assumerà, per i posteri, il nome di “ Grotta del Diavolo “.
PREMESSA = Come nasce la leggenda che vi racconterò ? La prima generazione dei narratori della Sonnambula, agli inizi del 1900 era quasi scomparsa, i racconti provenivano dai figli che avevano ascoltato. I tempi erano brutti. Guerre, turbolenze di vario genere, non incentivavano la cultura che restava patrimonio di pochi. E quindi nascono leggende intorno alla leggenda colorando di più il mistero e la soggezione.
IL RACCONTO
Il Conte Pietro di Baldassarre di San Pietro, principale figura del romanzo della Sonnambula, secondo la fantasia di Mastriani, decedeva la sera del 9 febbraio 1810, alle ore 22, all’età di 84 anni e “alquanti mesi “. Sempre secondo la fantasia del Mastriani, lasciò in eredità tutti i suoi possedimenti di terre ed ogni altro ben di Dio al giovane Gottardo ( ? ) ed ad altri suoi conoscenti.
Cosa avevano ancora da raccontare gli anziani del tempo che non erano partiti per le armi e che avevano sentito il racconto almeno un centinaio volte ? La fine che avrebbe fatto il tesoro del Conte nascosto nel Castello.
Questo affascinante racconto l’ho appreso nel 1958 nella frazione Cornea davanti ad un allettante focolare ed a un invitante tegamino pieno di “ scopparielli “( moderni pop corn).
“Il buon Gottardo, erede del Conte, aveva lasciato la coltura delle terre a contadini del luogo. Uno di questi, il cui nome non ci è stato tramandato, pascolava sulla zona del Monte Nebulano nelle adiacenze del Castello, sollecitato dalle dicerie di un tesoro del Conte mai trovato.
Addormentatosi nella sua piccola capanna, circondato dagli armenti, fece un sogno che gli fu di particolare turbamento.
Una voce, cavernosa, terribile,ed una visione altrettanto terribile, gli annunciava che se si fosse recato a mezzanotte precisa, nella “ Buca del Castello” , avrebbe trovato il “ tesoro del Conte “, però ad un patto ben preciso : Non avrebbe dovuto mai, dico mai, pronunciare il nome della Madonna o di Gesù o di qualche altra cosa di sacro, nel momento del rinvenimento.
Il pastore si destò bruscamente. Tutto sudato e pieno di spavento si agitava tra le pecore ed i cani trasmettendo anche a loro molta inquietudine.
Il giorno dopo, con la luce del sole, acquisì sufficiente calma e coraggio e decise che quella notte sarebbe sceso nel “ buco “.
A mezzanotte precisa , munito di piccone, scese nel buco e cominciò a scavare a destra e a manca. Dopo diverso tempo, sentito un rumore metallico, si affrettò a tirar fuori quello che sembrava uno scrigno. Lo aprì . Alla vista di tante monete d’oro gli sfuggì una frase pericolosa. “ Madonna mia bella ! “. Immediatamente le monete si trasformarono in serpenti minacciosi che lo inseguirono fino all’uscita.
Il racconto finisce qui, ma bastò per far denominare il posto “ Grotta del Diavolo “. A beneficio di chi legge dirò che ci sono sceso con gli Scout negli anni settanta con molto timore.
© Nunzio Di Rienzo
Celebrazione Decennale Gemellaggio
IN DATA 29 MARZO 2006 il Sindaco del Comune di Montecorvino Rovella e il Sindaco del Comune di Seesen Harz , ufficialmente gemellati in un rapporto di amicizia e reciproci scambi, sottoscrivevano una dichiarazione di intenti di collaborazione istituzionale, di confronto e di scambio di esperienze culturali, sociali ed economiche tra le due cittadine. Nella ricorrenza del decennale della sottoscrizione della dichiarazione di intenti fondanti il gemellaggio , per suggellare un legame sempre più forte tra due città europee unite dallo sguardo verso il futuro e il progresso, accomunate dai valori di solidarietà, libertà pace e amicizia tra i popoli, SABATO 1 OTTOBRE 2016 presso la Sede Comunale Montecorvino Rovella e Seesen RINNOVANO IL PATTO DI GEMELLAGGIO PROGRAMMA CELEBRAZIONE DECENNALE sabato 1° ottobre ore 10,30 – Casa Comunale: Cerimonia di benvenuto delegazione Seesen Harz Sottoscrizione rinnovo “ Patto di Gemellaggio” sabato 1° ottobre ore 21,00 – Auditorium Don Gerardo Senatore – Piazza Duomo: spettacolo Musicale domenica 2 ottobre ore 10,30 – incontro davanti alla sede comunale : Visita guidata per il Centro Storico a cura della Pro-Loco Rovella – domenica 2 ottobre ore 21,00 – Chiesa S.Maria Degli Angeli Convento Cappuccini: Concerto di musica lirica
LA CITTADINANZA TUTTA È INVITATA A PARTECIPARE AGLI EVENTI IN PROGRAMMA
Festeggiamenti in onore della Madonna del Rosario e S.Francesco