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Chiesa S. Eustachio

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CONVENTO SANTA MARIA DEGLI ANGELI (1582)

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convento cappuccini

CONVENTO SANTA MARIA DEGLI ANGELI (1582)

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convento cappuccini

Il luogo fu donato dal signor Cesare de Consulis, benefattore insigne dell’Ordine, ma tutta la fabbrica fu fatta a spese del Comune e con l’aiuto dei frati che offrirono il loro aiuto all’opera che sorse con gravi fatiche e non poche difficoltà di carattere logistico.
La chiesa fu costruita pochi anni dopo dalla famiglia Damolidei della frazione Ferrari con Sabato,nel 1591, come risulta dalla epigrafe e da una immagine a fianco dell’altare maggiore..Nel 1613 fu adibito a studio di filosofia e nel 1645 si ebbero i primi ampliamenti.
Nel 1768 vi fu celebrato il Capitolo Provinciale, e fu adibito per vari anni a luogo di studio.
L’apostolato specifico della fraternita’ fu l’assistenza ai morenti presso i quali venivano chiamati in tutte le ore del giorno e della notte. E per comunicare anche i bisognosi impossibilitati per motivi di salute.
Fu soppresso nel 1811, nonostante che il giudice Di Pace di Montecorvino, a nome degli amministratori e dell’intera popolazione, avesse scritto all’Intendente che «… il convento dei cappuccini e di massimo vantaggio alla popolazione, e che i genitori trovano nei religiosi di detto Ordine uomini interi ed onesti educatori ed istruttori dei loro figli». I frati tuttavia rimasero nel convento pagandone il fitto, la biblioteca invece fu requisita insieme agli scaffali, mentre la chiesa fu affidata all’Arciprete G. Franchini; gli argenti furono riscattati da N. Pizzuti, gli arredi sacri vennero assegnati al Convento di Vietri di Potenza, e l’organo resto alla chiesa perché di proprietà del Pizzuti.
Nel 1816 il convento fu ripristinato, ma le Leggi Eversive del 1866 ne ordinarono la soppressione. Passati pochi anni, le autorità cittadine lo offrirono a Padre Ludovico da Casoria, che l’accetto’ per istituirvi un ospedale e un orfanotrofio, disposto a restituirlo ai frati come da lettera del 21 marzo 1874, indirizzata al Provinciale P. Arcangelo da Muro. Nel 1879, nello stesso luogo Padre Ludovico vi istituiva il terzo ordine francescano con la partecipazione di numerosi fedeli.
Nel 1900 i frati cappuccini lo riacquistarono invece all’asta pubblica, tramite il signor Gennaro Visconti, al prezzo di L. 5.004, contro l’offerta di Lorenzo Bocchino che aveva offerto L. 5.002 ! Negli anni successivi i frati acquistarono anche la sala di musica al piano terreno che il Comune si era riservata. In seguito il convento fu sede di Seminario Serafico e di Studentato.14141643_1643871159258492_855110466827520292_n
La fraternita’ di Montecorvino svolge apostolato nella parrocchia di S. Eustachio, di Gauro e nel Santuario della Madonna dell’Eterno recentemente ricostruito ed ampliato.
Ora Convento e Chiesa, dedicata a S. Maria degli Angeli, sono gestite da volenterosi assistiti dal dinamicissimo Padre Gianfranco Pasquariello. Le penuria delle vocazioni ha generato l’abbandono della struttura che, continua ad essere amorevolmente gestita e curata da Gifra, Ofs e volontari che fanno rivivere in molte occasioni la bellezza e la memoria storica del luogo.
Della Chiesa parleremo in un prossimo articolo.
Nella quinta foto si vede il muro di contenimento, ancora oggi esistente, del cimitero di servizio alla Chiesa, nel quale, come si legge in una stupenda pubblicazione di Padre Mariano da Calitri, si conoscono anche i nomi.

© NUNZIO DI RIENZO

VANDALI ALL’ EX PRETURA: DISTRUTTE LE COLONNE

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Stamane con sommo rincrescimento abbiamo trovato sulle scale a sinistra della ex pretura tracce di una bravata di qualche barbaro che ha divelto le colonne della ringhiera in pietra distruggendo un capolavoro di storia e di arte degli inizi del novecento.
Bisogna emettere una duplice condanna : A chi l’ha fatto, sia esso locale o non , ed a chi ha assistito allo scempio e glielo ha fatto fare in silenzio.
Montecorvinesi, siate custodi gelosi del nostro patrimonio artistico !
Aspetto il vostro consenso !

 

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Sagra della Braciola: La Proloco donerà 1 Euro per ogni panino o pasta venduta

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Quello che doni sarà tuo per sempre

TI ASPETTIAMO

26-27-28-29 AGOSTO 2016

MONTECORVINO ROVELLA (SA)

 

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Confraternita SAN ROCCO

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NUNZIO DI RIENZO = Ricerche storiche anno 2010

 

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Chiesa di San Rocco – anno 1749

Sede della Confraternita

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Statua di San Rocco custodita nella omonima Chiesa

 

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ORIGINE E STORIA DELLA CONFRATERNITA SINO AI GIORNI NOSTRI

 

Nel Duomo dei SS. Apostoli Pietro e Paolo, nella navata di destra, prima del transetto, esisteva un altare dedicato alla Confraternita del SS. Rosario fondato nel 1274 ( epoca di fondazione della Chiesa) restaurato nel 1960.

Nell’Archivio di Stato di Napoli, un documento datato 12 marzo 1888, riferisce che le Confraternite nella suddetta Chiesa erano due : una del Rosario ed una del Sacramento

Le Confraternite del Rosario cominciarono a sorgere sin dal 1215, con la fondazione dell’ordine domenicano, una leggenda, infatti, narra che la Madonna, apparendo a San Domenico, gli indicò la recita del Rosario come arma straordinaria per combattere l’eresia degli Albigesi.( vedi paragrafo precedente ).

La fondazione delle Confraternite del Rosario cominciò ad avere larga diffusione sin dal 1250, il che coincide con la data della fonUntitled4dazione della nostra Confraternita, mentre l’altra, quella del Sacramento, si collega alla fondazione delle Confraternite del Sacramento in Italia solo dal 1538 con il domenicano Tommaso Stella a Roma e le bolle papali della loro approvazione iniziarono dal 1539. E fu fondata intorno al 1550 come evidenziato nel testamento di Robinia Denza del 21 maggio 1555 del casale Ferrari ed in altri testamenti del 1558 e del 1574.

La Confraternita del Sacramento scomparve verso la fine del XVIII secolo evidentemente per mancanza di rendite e di adesioni.

Nel 1700, per la precisione dopo il 1749, la Confraternita del Rosario si trasferì nella vicina Chiesa di San Rocco, le cui vicende , già riferite in precedenza, si riportano di seguito per migliorare la lettura della presente pubblicazione.

Il 31 marzo 1762, con la favorevole relazione del Cappellano maggiore della Camera di Santa Chiara in Napoli, si ottiene il Regio Assenso sulla fondazione.[1]

Il 17 febbraio 1777, da una relazione degli amministratori dell’Università di Montecorvino, si evince chiaramente che era funzionante sul territorio la sola Confraternita del Rosario agli ordini del Priore il Magnifico Domenico Del Vaglio.

Dal 1789, anno fatidico per la storia europea, ha inizio una lunga diatriba tra le Confraternite esistenti sul territorio ( Addolorata e San Filippo Neri e Corpo di Cristo ) circa la precedenza da tenere nelle processioni solenni. La disputa coinvolse l’Arcivescovo di Salerno e si ebbe inizio ad una folta documentazione e corrispondenza tra le parti.

Proprio grazie a questa documentazione e corrispondenza, ci è stato possibile ricostruire le vicende storiche dei vari sodalizi.

Nel 1819, la Confraternita del Rosario venne autorizzata ad iscrivere nei propri Registri i fedeli di Olevano, venendo meno il Monastero di San Domenico, soppresso per le leggi eversive.

Nel 1859 i Confratelli, con una solenne cerimonia, che ebbe vasta risonanza nell’intero Regno, celebrarono i funerali del defunto Re di Napoli Ferdinando II di Borbone.

Nel 1868, l’Arcivescovo di Salerno, Antonio Salomone, intervenne nella disputa sopra citata per disciplinare la precedenza nelle processioni, imponendo dal 1869 l’alternanza delle Congregazioni, pena la chiusura del sodalizio.

Durante il secolo XX non ci sono state note di rilievo al di là della normale amministrazione. La prima guerra mondiale, il ventennio fascista, la seconda guerra mondiale, hanno condizionato l’andamento della Confraternita che ha risentito delle tremende conseguenze economiche e sociali di questi periodi così difficili. Ma, successivamente, grazie al contributo di persone capaci ed efficienti, il sodalizio è tornato agli antichi splendori divenendo una splendida realtà nel tessuto sociale cittadino , provinciale e nazionale.

 

 

 

ELENCO DEI PRIORI DELLA CONFRATERNITA

 

1777                Domenico       Del Vaglio                              1941    Antonio          Immediata

1789                Antonio          Maiorino                                1944    Antonio         Santese   ( 19/3)

1790                Martino          Corrado                                   1955    Luigi              Fusco[2]

1791                Francesco       Pico                                         1956    Sante              Frasca

1795                Martino          Corrado                                   1958   Andrea            Lanzetta         

1796                Francesco       Pico                                         1961    Salvatore         Moscariello ( 8/1)

1801                Carmine          Maiorino                                1965    Pietro              Magazzeno (21/2)

1802                Francesco       Pico                                         1967    Salvatore         Moscariello (3/12)

1803                Gennaro         Daino                                     1978    Alfonso           Picardi (5/11)

1804                Filippo           Guida                                     1989    Alfonso           Picardi (10/4)

1805                Francesco       Pico                                         1994   Giuseppe          Coscia (14/6)

1807                Leonardo        Basso                                       1997 Donato              Salvato (14/6)

1808                Francesco       Pico                                                      tuttora in carica

1815                Carmine          Maiorino

1816                Francesco       Pico                                         Vice Priore = Coscia               Giuseppe

1818                Vincenzo         Curcio                                     1 assistente = Coscia               Amleto

1819                Francesco       Pico                                         2 assistente = Carrafiello       Ettore

1822                Carmine          Maiorino                                3 assistente = Mastrogiovanni Mario

1823                Francesco       Pico

1825                Francescantonio Passarella

1826                Francesco       Pico

1827                Raffaele          Sparano

1834                Francescantonio Passarella

1836                Francesco       Punzi

1847                Carlo   Masucci – Filippo Gubitosi

1852                Carlo               Vacca

1854                Francesco       Cannoniero

1855                Carlo               Vacca

1857                Francesco       Cannoniero

1858                Carlo Filippo Rossomando

1859                Carlo               Vacca

1861                Carlo Filippo             Rossomando

1863                Cesare             Corrado

1866                Antonio          Provenza

1868                Cesare             Corrado

1869                Gioacchino    Pistocco

1870                Antonio          Provenza

1875                Giuseppe         Notarfrancesco

1891                Giovanni        Mancini

1892                Giuseppe         Notarfrancesco

1895                Nicola             Cerino

1928                Nicola             Cerino[3]

1933                Gioacchino    Cerino

1938                Michele          Picardi

 

 

 

La Confraternita del SS. Rosario e San Rocco sul Santuario della Madonna dell’Eterno il 25 aprile 2000

 

In occasione del “ Giubileo delle Confraternite” di cui è stata promotrice

 

 

 

 

 

Maggio 2001 – La Confraternita a Pompei riceve il riconoscimento ufficiale quale una delle più antiche Confraternite del Rosario della Campania

 

 

LA NASCITA DELLE CONFRATERNITE DEL ROSARIO
Sembra che la consuetudine di recitare sequenze di preghiere o invocazioni sia di origine shivaita (indiana). Questo modo di pregare, diffuso dall’induismo al buddismo e in seguito al mondo islamico (i novantanove nomi di Allah vengono invocati servendosi di apposite catenelle con novantanove nodi) sarebbe stato fatto conoscere agli occidentali e adattato alla preghiera cristiana dai crociati.
In realtà l’abitudine di tenere il conto delle preghiere è molto più antico. Fin dai tempi dei padri del deserto nei sec. III e IV esistevano stringhe e cordicelle, che venivano usate soprattutto per contare i Padre nostro e che venivano appunto chiamate Paternoster. Catenelle simili sono appartenute a Geltrude, figlia di Pipino 1° di Francia, morta nel 659 e a Lady Godiva di Coventry, morta nel 1041. Sant’Agnese di Montepulciano aveva un contapreghiere fatto da chicchi tenuti insieme da un filo e santa Caterina si serviva di una cordicella con i nodi.
L’uso della recita del Padre Nostro ebbe inizio ai tempi degli apostoli, mentre la prima parte dell’Ave Maria, composta dal saluto dell’angelo e dalle parole di Santa Elisabetta (Lc 1,28-42 ), veniva già usata nel terzo secolo. Col primo concilio di Efeso, nel 431 che, condannando l’errore di Nestorio stabilì che Maria venisse invocata col titolo di Santa Madre di Dio, entrò nell’uso corrente la seconda parte della preghiera: la “Santa Maria”.
La tradizione attribuisce a san Domenico il modo particolare di recitare 15 Padre nostro e 150 Ave Maria, in realtà questa pratica fu il frutto della convergenza di antiche devozioni: i salteri di Pater e Ave Maria. Questi salteri venivano recitati dai monaci e dai fratelli consacrati che non sapevano leggere i salmi prescritti e li sostituivano con semplici preghiere e con le meditazioni dei “misteri” o “clausolae”, cioè eventi della vita di Gesù. Il nome di “corona del rosario” deriva dalla consuetudine di incoronare con rose la statua della Madonna nei giorni di festa e sostituì gradualmente quello di “salterio”di Maria.
San Domenico ne fu il principale diffusore e perfezionatore e l’ordine domenicano divenne la culla di questa devozione.
Il Beato Alano di Rupe (o della Roche), nel suo libro “De dignitate psalterii”, racconta che fu la Vergine Maria stessa a sollecitare san Domenico alla recita e alla diffusione del Rosario. Domenico si era ritirato in solitudine per pregare e far penitenza, sconsolato perché la sua predicazione contro le eresie degli Albigesi non produceva alcun frutto.
Maria, commossa dalle lacrime del suo devoto figlio gli si mostrò e gli offrì l’arma contro il potere del demonio: la corona del Rosario. “..E’ un omaggio che gradisco immensamente e mi piace ancora di più se vi unite la meditazione della vita, della passione e della gloria di Gesù Cristo, perché tale meditazione è l’anima di questa preghiera. Non solo perché i devoti adorino e glorifichino Nostro Signore, ma soprattutto perché regolino la loro vita sulle opere e virtù di Lui.”
Alano narra anche che nel 1200 san Domenico venne catturato con il suo compagno Bernardo sulle coste della Spagna, vicino a San Giacomo e messo ai remi della nave. Un giorno scoppiò una terribile tempesta. Stavano per naufragare, ma il Santo esortò i suoi carcerieri a far penitenza e a implorare Gesù e Maria. La leggenda continua dicendo che la Vergine si commosse, fece cessare la tempesta e i pirati si convertirono.
San Domenico predicò con tanto vigore la recita del Rosario, che questa preghiera divenne popolarissima, inoltre ispirò ai suoi frati un eccezionale fervore nel recitare l’Ave Maria.
Si racconta che fra Romeo di Livia, vissuto nel 1200 e forse uno dei suoi primi discepoli, era devotissimo alla Madonna e morì stringendo la cordicella con la quale era solito contare le mille Ave Maria che recitava ogni giorno.
Poi il Rosario passò di moda e fu il beato Alano, nel 1400, a ripristinarne l’uso, su “ordine” di Gesù stesso, che in un’apparizione gli comandava di predicare questa devozione. E sulla potenza di questa preghiera a Maria le testimonianze sarebbero tantissime. Una per tutte la troviamo nella bolla di Papa Gregorio XIII in cui si attribuiva all’intercessione delle confraternite del rosario la vittoria dei cristiani nel golfo di Lepanto sulla flotta turca la prima domenica di ottobre del 1571.
Il rosario è nato dall’amore dei cristiani per Maria in epoca medievale e probabilmente al tempo delle crociate.
Nei conventi medievali, i laici, dispensati dalla recita del salterio per la poca conoscenza del latino, integravano questa pratica recitando dei “paternoster” per il cui conteggio, Beda il Venerabile, adottò una collana di grani infilati con uno spago.
Narra una leggenda che la Madonna, apparsa a San Domenico , gli indicò la recita del rosario che fu un’arma molto efficace per combattere l’eresia degli albigesi (1215).
Nacque la devozione alla corona del rosario come ghirlanda di rose offerta alla Madonna. I promotori principali della recita del rosario, furono, quindi, i domenicani, ai quali va attribuita anche la paternità delle Confraternite del Rosario.
Il riconoscimento ufficiale del rosario avvenne con il Papa Pio V ( Michele Ghisleri 1566 – 1572)
Infatti, fu sotto questo Pontificato che venne istituita la festività della Beata Vergine del Rosario il 7 ottobre, domenica, , a ricordo ed in ringraziamento della vittoria di Lepanto contro la flotta turca il 7 ottobre 1571 che venne attribuita alla intercessione di Maria Santissima.
Il Papa Clemente XI nel 1716 estese la festa a tutta la cristianità ed il Papa Pio X nel 1713 sancì definitivamente la data del 7 ottobre che, in precedenza era molto altalenante perché non sempre coincideva con il giorno di domenica, giorno della vittoria predetta.
NUNZIO DI RIENZO

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Incontro internazionale delle Confraternite a Lourdes dal 2 all’8.4.2008

in occasione del Giubileo

 

 

 

 

 

 

 

Don Gerardo Senatore ( 1951 – 2009 )

Arciprete del Duomo dei SS. Apostoli Pietro e Paolo di Montecorvino Rovella

Confratello e preziosa guida spirituale della Confraternita

Anch’egli presente a Lourdes

 

 

La Confraternita a Lourdes davanti alla facciata della Basilica Inferiore

2 – 8 aprile 2008

 

 

 

 

 

[1] Il Regio Assenso fu firmato dal giovane Re di Napoli Ferdinando IV subentrato al padre dal 1759

[2] Il periodo di lunga assenza va inserito nella evoluzione degli eventi del dopoguerra

[3] La lunghissima militanza di Nicola Cerino va ricercata nel particolare periodo storico tra l’inizio del sec. XX, l’inizio della prima guerra mondiale ed il periodo fascista, epoca di scarse adesioni con amministrazione di precaria emergenza.